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Seminario “Temi e problemi della filosofia classica tedesca”: Selene Mezzalira, “Tempo e libertà. Per un’ermeneutica kantiana della libertà pratica in sede neuroscientifica” (Padova, 6 dicembre 2016)

Martedì 6 dicembre 2016, all’interno del seminario “Temi e problemi della filosofia classica tedesca”, organizzato dal Corso di Dottorato in Filosofia dell’Università di Padova, Selene Mezzalira presenterà una relazione dal titolo: “Tempo e libertà. Per un’ermeneutica kantiana della libertà pratica in sede neuroscientifica”.

Abstract

Secondo l’intuizione pre-filosofica della libertà, una “decisione cosciente” è un evento guidato consapevolmente da un soggetto libero in grado di operare scelte consapevoli, vale a dire di selezionare, entro una gamma di possibilità d’azione, quella corrispondente alla propria volontà cosciente, portandola poi a compimento conformemente a quest’ultima. Tuttavia, a partire dai risultati neuroscientifici ottenuti da B. Libet (2007) sulla temporalità dell’azione e della percezione, la nostra certezza di essere agenti dotati di una volontà libera è stata profondamente scossa non da argomentazioni o convinzioni teoretiche, bensì da esperimenti confermati via via in modo sempre più preciso e stringente, che scuotono alla radice la nozione di libertà come “chiave di volta” dell’intero sistema della ragione umana.

Un’ermeneutica kantiana dell’interpretazione libetiana dell’arbitrio ci condurrà a cogliere i limiti e le possibilità di una tale nozione, nel momento in cui si intenda identificarla con la libertà umana tout court. La considerazione della fase istruttoria come momento non certo secondario dell’esperimento sul piano neuroscientifico e, in prospettiva filosofica, la nozione kantiana di arbitrio come qualcosa che non si rivolge alle azioni ma primariamente alla formulazione della “massima”, in virtù di cui l’agire è elevato all’universale, saranno gli snodi concettuali attraverso cui vedremo perché non ci è consentito di parlare di “arbitrio” relativamente a ciò che accade nel movimento attuato dal soggetto dell’esperimento libetiano.

In conclusione, se, kantianamente, sono i caratteri di atemporalità, apriorità, e universalità a rendere l’arbitrio umano veramente libero, è evidente allora che l’arbitrio di cui parla Libet non ha nulla a che fare né con una capacità decisionale, né tanto meno con una manifestazione essenziale della libertà umana, la quale deve essere ricercata in seno alla spontaneità originaria del soggetto noumenico, quale condizione trascendentale di possibilità dell’agire umano.

Il seminario si svolgerà a partire dalle 16.30 presso il Dipartimento di Filosofia, Sociologia, Pedagogia e Psicologia Applicata (FISPPA) dell’Università di Padova (Sala Stefanini, Piazza Capitaniato, 3).

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